La prima “puntata”, che risale al 2012, prendeva spunto da una situazione per nulla allegra e men che mai collaborativa dei rapporti tra le due donne. La madre di lei aveva di fatto allontanato quella di lui dai nipotini. https://virginialess.wordpress.com/2012/08/26/suocere-consuocere-e-dintorni/) L’articolo suscitò interesse, vale la pena di leggere le molte testimonianze delle commentatrici.
Il tema mi si è riproposto ieri, durante la piacevole domenica di mare. In barca c’era un’altra nonna, amica di amici: la conversazione ha fatalmente toccato la cura dei nipoti. La signora ne ha cinque, e ne segue regolarmente tre, poiché la figliola -come da copione- lavora fino a pomeriggio inoltrato, e così pure il genero. Lei preleva a scuola due bambine, il fratello maggiore arriva con i suoi mezzi, pranzano insieme; seguono l’assistenza ai compiti e, a seconda dei giorni, palestra, catechismo, visita delle/alle amichette, eccetera.
La sua affettuosa gratificazione appariva evidente; mi accingevo a chiederle se l’impegno riusciva talvolta faticoso, ma lei stava già aggiungendo che, per fortuna, si alternava regolarmente con la nonna paterna. Concordavano un calendario settimanale delle presenze, riferivano l’una all’altra eventuali novità o problemi, partecipavano insieme agli eventi significativi, come il saggio ginnico o la recita scolastica.
Le consuocere, insomma, sembravano avere un’ottima relazione, probabilmente erano anche in amicizia; quel che qui ci interessa è il buon senso di cui davano prova nel dividersi la cura dei nipoti. “Così riusciamo a star dietro anche alle nostre cose!” ha concluso la signora. Ed è passata ad altri argomenti.
Trovo naturale che a commentare e a scrivermi siano persone in difficoltà: se tutto va bene non se ne avverte il bisogno. Ma spero davvero che siate in tante, care nonne, a condividere la positiva condizione di questa nonna!
Non lo è, si capisce, anche a voler mettere in evidenza la “naturale” propensione per la propria madre. Nei confronti della suocera alcune neo-mamme manifestano inoltre una sorta di “gelosia” o timore di sostituzione nel rapporto affettivo con il bambino. E’ soprattutto nell’interesse di quest’ultimo che il senso della realtà dovrebbe prevalere, visto che la nonna paterna ha maggiore disponibilità, miglior salute ecc.
Se la coppia funziona bene, il marito potrà svolgere un ruolo di persuasione, evidenziando (con prudenza, una certa fragilità emotiva spesso segue la gravidanza e il parto) l’irrazionalità del trasloco.
Inutile rimarcare quanto siano inopportuni e sgadevoli i raffronti tra le madri: ineducazione grave, di cui si rendono colpevoli, è notorio, sia mogli che mariti.
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By: virginialess on 27 gennaio 2016
at 22:34
Questa è davvero una situazione auspicabile e positiva, purtroppo tante volte non viene resa possibile dall’immaturità di alcune nuore.
Un amico di famiglia ha appena avuto un bambino, fino a questo momento hanno vissuto serenamente vicino alla madre di lui, ma da quando è nato il piccolo la moglie ha cominciato a scalpitare perché vuole trasferirsi vicino a SUA madre (che per inciso lavora e ha problemi di salute mentre la madre del marito è pensionata e sta benissimo), oltretutto sono cominciati i perenni raffronti (anche fatti davanti ad altri) “Ah con mia madre il bambino si addormenta subito” oppure “Ah con mia madre mangia tutto” o quella che mi è sembrata più assurda di tutte “Mia madre non canta sempre la stessa ninna nanna” (come se per un bambino di tre mesi facesse differenza!!) come a voler sottolineare l’incapacità della madre del compagno che da persona estremamente dolce e di buon senso qual’è a queste palesi mancanze di rispetto non ribatte, si accontenta di essere la nonna “di scorta” e forse, visto l’atteggiamento della nuora è anche “felice” di non doversi occupare più di tanto del nipotino, visto che QUALUNQUE cosa faccia, viene solo mortificata.
Ditemi voi se è un comportamento adulto da una donna di trentacinque anni…
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By: Ely on 27 gennaio 2016
at 20:15