Pubblicato da: virginialess | 12 febbraio 2017

La scuola dei nipoti (ancora)

20080107_sapienzaHo perso il conto dei tanti pezzi dedicati alla scuola. Questa volta l’attenzione è stata richiamata dal dibattito sulla lettera dei 600 docenti universitari che lamentano l’ignoranza linguistica degli studenti. I loro scritti sono pieni di strafalcioni da terza elementare. Inoltre leggono poco e faticano a esprimersi oralmente. Non che “televisivi”, giornalisti, scrittori, e persino docenti siano sempre impeccabili e diano il buon esempio, viene di pensare.

Comunque non ne dubito, purtroppo l’ho constatato da tempo. Il compianto Eco dedicò anni fa una bustina di Minerva (ne ho parlato qui) al laureando che leggeva come Biperio il cognome di Nino Bixio, avvezzo com’era al (solo) lessico dei messaggini.

Di chi la “colpa”? Andrebbe suddivisa equamente tra molti soggetti e, quanto alla responsabilità politica,  in maniera bipartisan. Un discorso così lungo e complesso non è adatto al blog. Per limitarci al passato recente credo sia fondata la tesi per cui le “logiche aziendalistiche” (ricordate le tre I della ministra Moratti?) hanno travisato il concetto stesso d’istruzione.

Vanificando (di proposito) il suo scopo fondamentale: formare dei cittadini consapevoli, cioè capaci di pensiero critico. Il quale “passa”, s’intende, attraverso la conoscenza della linga madre, e però richiede anche quella della storia, della letteratura, della geografia, dell’arte, della filosofia…

Ma – vediamo di tirarci un po’ su!-  una recente buona notizia: le pre-iscrizioni ai licei quest’anno sono aumentate!

 


Risposte

  1. Grazie Signora Virginia. Farò tesoro di quanto mi ha scritto. Un abbraccio

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  2. Ciao Sandra, benvenuta!
    Situazione un po’ spinosa, in effetti… La suocera avrebbe fatto meglio a tacere; ignorando i voti di tuo figlio è però senza colpe, nel senso che non poteva fare paragoni. Forse immagina che i dieci “fiocchino” alle elementari e, insomma, penso che non si sia posta il problema.
    L’imbarazzo in cui voi genitori venite a trovarvi sembra dare ragione ai sostenitori dell’inopportunità di usare i voti nella scuola primaria. Il giudizio, più articolato e meno “secco”, potrebbe fornire indicazioni utili e non suscita competizioni inopportune. Rischia però di riuscire vago e generico… Insomma, la questione rimane aperta.
    Tornando al punto, è chiaro che non dovete giustificarvi di nulla. E qualora sia inevitabile parlare in casa dei voti del cuginetto maggiore, occorre ovviamente fare in modo che il vostro bambino non si senta giudicato e tanto meno posto in condizioni di inferiorità. È stato bravo, in prima le maestre, come dici, preferiscono la cautela, la sua scuola ha fama di severità e così via.
    Argomenti simili vanno “adattati” per la suocera, alla quale il figlio potrebbe far presente, con tatto, che -tra scuole ed età diverse- è preferibile evitare (involontari) confronti.

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  3. Gentile Signora Virginia, argomento pagelle.
    Mio figlio frequenta la prima elementare, con buoni risultati. Qualche settimana fa mia suocera ha tirato fuori l’argomento pagelle, vantandosi che suo nipote (figlio di sua figlia) che fa la quarta elementare ha riportato a casa tutti 10 in pagella. Premetto che abitiamo lontani, perciò le scuole sono diverse. Mio figlio, ha ottenuto tutti nove e un otto, nessun 10 perchè per il momento le maestre non vogliono sbilanciarsi, non solo con mio figlio, ma anche con il resto della classe. Ora, io e mio marito ci sentiamo un po’ in difficoltà…l’impressione è quella che ci dobbiamo giustificare perchè nostro figlio non sarebbe all’altezza dell’altro nipote. Avrei preferito che mia suocera avesse taciuto i risultati brillanti dell’altro nipote. Ci avrebbe guadagnato lei, perchè io le avrei raccontato nel dettaglio i voti di mio figlio, e ci avrebbe risparmiato inutili paragoni. Mio marito non le ha ancora detto niente. Lei non ha chiesto, ma sa che ormai la pagella c’è stata. Ma io dico, benedetta suocera, non potevi tacere? Sbaglio, signora Virginia? Grazie, mi dia un consiglio per non farmi trovare impreparata. Un abbraccio

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