Me l’ha appena chiesto un giovane vicino, studente di scuola media. Quale nonna/prof mi presto volentieri a questi mini interventi didattici. In verità era informato della giornata della memoria: se n’era parlato a scuola e in TV. Gli mancava (o forse si era distratto) la motivazione della data e, a seguito della mia succinta spiegazione -l’arrivo delle truppe sovietiche ad Auschwitz -, ha voluto mostrarmi di essere preparato sull’argomento. Conosceva il numero stimato delle vittime, compresi zingari e gay; la sua classe aveva letto “Se questo è un uomo” e, l’anno prima, “Il diario di Anna Frank”. E, me ne sono per così dire compiaciuta, era palese la sua ripulsa etica e anche emotiva degli orrori nazisti.
Nel congedarsi ha chiesto quanti pellerossa sono stati uccisi in America durante le lotte con i bianchi. Non si fermato per ascoltare la risposta: “Magari un’alta volta ne parliamo” ha detto, già sulla porta. Sì, sarà il caso.
Grazie Mr. Loto, naturalmente concordo sul richiamo alla necessità di evolversi in senso “umanistico”. Tuttavia non so dirimere la ben nota questione di fondo: la mente, di per sè “pura”, è offuscata dalle pulsioni negative, oppure esse le sono connaturate? Nel primo caso occorrerebbe rimuovere per così dire le incrostazioni, nel secondo modificarne la struttura mediante la civiltà e la cultura. Difficile comunque!
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By: virginialess on 24 marzo 2018
at 15:07
La cosa triste è che l’uomo ha imparato poco o niente dalla storia.ed ancora oggi in molte parti del mondo si continua ad uccidere in nome dell’odio e della diversità. Quanto tempo ci vorrà ancora prima che l’umanità sia in grado di evolversi spiritualmente? In fondo siamo tutti sulla stessa barca e dovremo aiutarci l’un l’altro ma i sentimenti negativi come l’odio, il disprezzo, la sete di potere e l’invidia offuscano la mente degli uomini che evidentemente uomini non sono.
Un saluto
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By: Mr.Loto on 23 marzo 2018
at 16:42