Pubblicato da: virginialess | 27 marzo 2012

Donne a rischio

Da qualche tempo la stampa riprende spesso l’argomento della violenza sulle donne, anche a causa del  terribile incremento  dei fatti di sangue di cui sono  vittime. Lo fa tuttavia, salvo lodevoli eccezioni, con modalità che trovo rituali e piuttosto “fiacche”, tali da ingenerare abitudine, quasi ascrivendo maltrattementi e persino uccisioni alle caratteristiche iconiche del soggetto maschile. Noi nonne non dobbiamo affatto condividere, ma al contrario mantenere viva la nostra indignazione per proteggere quanto possiamo le donne che ci sono vicine.

Qualche cifra, dalla lettera aperta di GiULiA (giornaliste libere autonome).” Nel 2011 sono state 127 le donne uccise da uomini. Un omicidio ogni tre giorni. L’ultima vittima del 2011 è stata Stefania Noce, universitaria di 24 anni. La sua vita e’ stata stroncata da 7 coltellate inflitte dall’ex fidanzato. Nel 2012 lo stillicidio è ricominciato con Antonella Riotino, 21 anni , studentessa. Uccisa da un ragazzo che i giornali , le cronache tv , i titoli in prima serata hanno definito il “fidanzatino” . Sarebbe stato più appropriato chiamarlo stalker, visto  che per mesi l’aveva minacciata di morte. Sono già dodici i casi riportati dalla stampa nella prima metà del gennaio 2012.”  Il tredicesimo è cronaca di oggi.

Non siamo in Afghanistan, dove, con la complicità di sua madre (!), un marito ha ucciso la moglie ventiduenne perché metteva al mondo solo figlie femmine,  ma anche in Italia la maggior parte dei delitti è commessa da uomini vicini alla vittima. “E – sempre da GiULia -… colpisce la frequenza con cui si usano, per raccontare questi crimini contro le donne, categorie come “delitto passionale”, “raptus di follia”, “non sopportava di essere lasciato”, o che si leggano titoli come: “l’ex confessa: la amavo più della mia vita”. ”Gelosia”, “passione”, “amore” diventano facile movente e persino attenuante. Almeno nella considerazione e condanna sociale. Del resto abbiamo aspettato il 1981 perché le attenuanti previste dal Codice Rocco al delitto d’onore venissero abrogate”

Quale il ruolo di noi nonne  rispetto a questa preoccupante situazione? Augurandomi che nessuna faccia parte della categoria delle maltrattate,  nel qual caso non è mai troppo tardi per trovare il coraggio di reagire, penso che debba essere interpretato su due fronti. Il primo – ne ho detto qualcosa parlando della coppia in crisi – è l’intervento diretto, l’unico caso in cui lo raccomando: dobbiamo difendere con ogni mezzo le nostre figlie e nipoti se sono in pericolo a causa di un partner a rischio. Il secondo fronte è  quello socio-culturale, più ampio e vario. Si tratta di promuovere nelle nostre famiglie un modello  razionale, civile, rispettoso della reale uguaglianza tra i sessi. Un risultato raggiungibile quando tutti gli educatori (a cominciare dai genitori/nonni) lo condividono con convinzione.

“Non si può – scrive la filosofa Lea Melandri – confinare la violenza contro le donne, «dagli omicidi domestici agli stupri e maltrattamenti», nello spazio della cronaca nera, «come se non riguardasse le disuguaglianze di potere e la cultura che ha segnato per secoli il rapporto tra i sessi» E sottolinea il ruolo che anche la scuola e le istituzioni debbono svolgere“in un programma che parta dall’educazione dei sentimenti”



Risposte

  1. Ieri sera a Porta a Porta hanno giusto parlato di violenza sulle donne…. Solita accozzaglia di luoghi comuni e battute insensate, dal (finto) stupore di Vespa quando viene fatto notare che già il primo schiaffo segna un punto di non ritorno alle risatine da caserma sui bei tempi in cui l’uomo aveva l’amante ufficiale ed era motivo di vanto a commento del delitto di Melania Rea (mancava solo il commentatore cattolico che si dichiarava felice che questa mia coetanea sia anzi diventata un angioletto lassù in cielo piuttosto che commettere il peccato di divorzio…)!!!

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    • Buona parte della TV, specie negli ultimi anni, ha contribuito non poco a propagandare un “consumismo” della figura femminile davvero vergognoso.
      Anche un certo cattolicesimo gesuitico e furbacchione ci mette da secoli del suo… Deprimente.
      A indignarsi dovrebbero essere in prima fila i tanti uomini civili ed egalitari che pure esistono e mai hanno neppure pensato a comportamenti men che rispettosi nei confronti delle loro compagne.
      Noi possiamo almeno contribuire a quell’educazione dei sentimenti di cui parla la Melandri e aiutare le donne a noi vicine a liberarsi da certi stereotipi pericolosi. Il primo schiaffo deve essere l’ultimo!

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